Email marketing: lunga vita alla newsletter!

 

Nel ‘78 giravamo ancora con la zampa d’elefante e gli zatteroni.

I baffoni a uncino erano un evidente segno di testosteronica mascolinità e le vaporose permanenti fuori misura, alla Farrah Fawcett, dicevano che eri una squinzia mica male.

Fumare era un grande spasso ovunque s’andasse, persino al cinema, dove, tra le altre cose, quell’anno potevi vedere Il Cacciatore, così per dire.

Nel 1978 i computer assomigliavano a oscilloscopi infilati in una 127, i personal te li costruivi a puntate seguendo i fascicoli della Nuova Elettronica, esisteva Arpanet (se state pensando anche voi a Skynet, siete a un passo dalla terza età) e il World Wide Web non sapevamo manco cosa fosse.

Rassegnati

Sentivi la mancanza di qualcun altro che t’intasasse il feed con le notizie dal mondo, le più importanti, le più curiose, le più vere?

Qualcuno che ti fornisse le nozioni base per orientarti nella giungla del digital?

Per sopravvivere nell’ambiente ostile del marketing?

Per riempire i minuti della giornata colpevolmente passati lontano dal variopinto universo del social?

Noi no.

Ma RASSÉGNATI!

La rubrica di Blidi che ti tiene informato sulle news più calde del momento.

 

Copywriting: le parole non bastano, serve la voce.

L’attività di copywriting ha un unico fine: vendere.

I metodi per concretizzare la conversione passano dall’ispirazione creativa all’utilizzo di leve che con la sfera dell’arte poco c’entrano, anzi, sono del tutto in antitesi, essendo formule pianificate per raggiungere lo specifico scopo. Con tutta evidenza, però, entrambe le componenti vivono di luce riflessa e non possono prescindere l’una dall’altra.

Ma l’equilibrio precario sopra al quale ondeggiano trova il suo centro, la fune sulla quale rimanere in piedi, per andar dietro alla metafora, su di un unico punto: l’emozione.

https://gdprlock/shorts/Xu3ovl7Tmt8?feature=share

Hey Blidi?

La corsia “pasta e derivati” del supermercato: distante, fredda, impersonale.

 

Un pomeriggio agghiacciante come tanti, indefinito, nascosto nella nebbia dell’incertezza che muove i miei passi tra gli scaffali di farinacei ostili, rapaci, pronti a cogliere ogni mia debolezza e a usarla come appiglio per infilarmisi prima nel cestino, poi nell’esofago e martoriare, infine, il mio intestino tenue.

contenitore di patatine con dentro la parola idea al posto delle patatine

IL LOGO NON È IL BRAND, NON LO SAPEVI?

L’esperienza quotidiana ci racconta di quanto il logo sia percepito, nell’immaginario collettivo, come il volto immediatamente riconoscibile delle aziende di successo, e di come risulti imprescindibile per qualsiasi progetto, ma attenzione a pensare che possa esaurire tutto il processo di branding.

È nato prima il logo o il brand?

O sono il frutto di un parto gemellare?

Siamesi separati alla nascita?

Perché ogni logo è bello a “mamma soja” e perché il brand è la mamma di ogni logo?

 

Sarebbe ora di dare qualche risposta lasciando il reparto ostetricia alla tranquillità che merita.

 

scritta con logo google su dadi

Google Analytics 4: l'Analytics Sapiens!

Google si evolve: il passaggio a Google Analytics 4 migliorerà lo studio dei dati, trasformandosi in un microscopio capace di sezionare il Customer Journey come mai prima.